Codici parte civile nel processo per la morte di un bambino di 5 mesi al San Leonardo di Castellammare
Le associazioni Codici, Codici Campania e Codici Salute sono state ammesse in qualità di parte civile al processo per la morte di un bambino di 5 mesi presso l’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia.
Il presunto caso di malasanità risale al novembre 2021 e vede oggi cinque persone rinviate a giudizio, tra cui gli anestesisti. La mamma aveva portato il piccolo Giuseppe in ospedale per una violenta bronchiolite. Le condizioni sono presto precipitate a causa del virus respiratorio sinciziale, i medici di Pediatria hanno chiesto il supporto dell’equipe di Neonatologia ma, purtroppo, non c’è stato niente da fare. Acquisite le cartelle cliniche dai Carabinieri, sono state avviate le indagini per individuare eventuali responsabilità da parte del personale sanitario. Nei giorni scorsi, come detto, è arrivato l’accoglimento della domanda di costituzione di parte civile formulata dalle tre associazioni.
“Dal punto di vista giuridico – dichiara l’avvocato Giuseppe Ambrosio, legale di Codici – è un’ordinanza importante perché c’è stata l’opposizione da parte degli imputati in quanto ritenevano necessario il consenso scritto della parte offesa per la costituzione dell’ente esponenziale, alla luce della Riforma Cartabia. Il giudice intelligentemente ha però sottolineato che le associazioni hanno un diritto iure proprio, in quanto nello Statuto hanno la tutela della salute e del buon funzionamento del Sistema Sanitario Nazionale, sono difensori delle vittime di malasanità. Le associazioni hanno un proprio diritto nella costituzione di parte civile in questo processo. Siamo soddisfatti non solo per l’ammissione in qualità di parte civile, ma anche per un’ordinanza che rappresenta un punto di riferimento fondamentale”.
“Saremo in aula per dare il nostro contributo affinché venga fatta giustizia su questa vicenda drammatica – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. C’è una famiglia distrutta dalla perdita del loro bambino ed è doveroso fare piena luce su quanto accaduto, accertando eventuali responsabilità da parte del personale sanitario”.