“Vi spiego perché Bibbiano non è un caso isolato”

Ha fatto molto discutere, diventando anche un tema di scontro politico. Parliamo di "Angeli e Demoni", l'inchiesta condotta dalla Procura di Reggio Emilia sugli affidi illeciti, culminata con la vicenda Bibbiano.

Un caso non isolato secondo l'avvocato Francesco Miraglia, che assiste decine di famiglie in tutta Italia, Bibbiano compresa.

La punta di un iceberg

"Bibbiano è la punta di un iceberg – dichiara il legale – e lo dico perché dal punto di vista professionale di queste situazioni ne ho conosciute ed affrontate molte, da Nord a Sud, da Bolzano a Palermo. Del resto, le prime denunce su Servizi Sociali e Tribunali dei Minori risalgono al 2001-2002. Ora una Procura sensibile ha accolto le denunce, ma di casi ce ne sono tanti. Parliamo, ad esempio, di bambini allontanati perché i genitori non andavano d'accordo con gli assistenti sociali. È incredibile, ma purtroppo è accaduto".

Il ruolo del Tribunale dei Minori

Per questo l'inchiesta "Angeli e Demoni" non ha sorpreso, almeno più di tanto, il legale. Perché le criticità portate alla luce dalla Procura sono quelle denunciate da tempo nell'ambiente. "Gli aspetti più gravi emersi finora – afferma l'avvocato Miraglia – sono l'inefficienza e la superficialità del Tribunale dei Minori. I Servizi Sociali fanno le relazioni, possono non essere vere, ma l'allontanamento scatta su intervento del Tribunale. Se il giudice non si limitasse a fare copia/incolla forse non ci sarebbero tanti provvedimenti del genere. Non c'è istruttoria, non si approfondisce, quando invece dovrebbero esserci un fatto ed una prova. Un dato ci aiuta a capire la gravità della situazione: se oggi un bambino viene allontanato dalla famiglia, la prima udienza in cui i genitori possono fornire la loro versione dei fatti si svolgerà non prima di quattro mesi. Questo copia/incolla nei provvedimenti ha due ragioni, da una parte è dovuto alla superficialità, dall'altra ai conflitti di interessi, perché spesso la decisione finale spetta a giudici onorari, che a volte sono anche presidenti di associazioni che si occupano di affidamenti oppure gestiscono case famiglia".

Lo scontro politico

Una realtà inquietante, che ha scatenato una feroce polemica politica. "Più che aumentare l'attenzione sul caso Bibbiano, ha fatto passare in secondo piano il nodo centrale della vicenda", commenta il legale. "Il problema è la gestione degli affidi – sottolinea l'avvocato Miraglia – e l'allontanamento non ha colori politici. Abbiamo un sistema che è quasi malato, perché tutto viene trasformato in contrapposizioni tra schieramenti diversi, mentre la questione è generale, perché quanto succede a Bibbiano, succede anche in altre città, dove governano altre forze politiche. Penso a Verona, Venezia, Palermo e a Roma, e non sono città dette a caso, le cito per esperienza personale".

Un sistema da rivedere

Il 30 ottobre è fissata l'udienza preliminare per "Angeli e Demoni". Nel frattempo, la vicenda fa sempre meno discutere e degli interventi urgenti richiesti da più parti sembra essersi persa traccia. "Ritengo che il nostro sistema degli affidamenti non necessiti di modifiche radicali – afferma l'avvocato Miraglia – le norme ci sono, bisogna solo farle rispettare e punire chi eventualmente sbaglia. Il Tribunale di Bologna dice che è tutto a posto. Visto che sono almeno dieci anni che si occupano di queste vicende, mi chiedo se fino al 2018 sono stati impeccabili, se hanno commesso errori solo recentemente o se c'è qualcosa che non va. Le pratiche gestite dieci anni fa come sono state trattate? Non posso pensare che abbiano sbagliato solo in questi ultimi casi. I tempi della giustizia li conosciamo, ma questa vicenda merita chiarezza, trasparenza e immediatezza. Ad esempio, perché non si fanno ispezioni nelle case famiglia? Perché non viene controllato chi le gestisce? Ci sono strutture in condizioni pietose, che somministrano ai bambini pasti scaduti. Il caso Bibbiano doveva far scattare un approfondimento, che invece non si è verificato, soprattutto per colpa della politica. Era l'occasione, e lo è ancora, per fare fronte comune per tutelare la famiglia".