La Cassazione interviene su Portonaccio, la reazione di Codici

Una sentenza ingiusta, che scrive un altro triste capitolo della nota vicenda delle multe di Portonaccio.

Questo il commento dell’associazione Codici sul pronunciamento della Corte di Cassazione, che ha dato ragione al Comune di Roma sull’ormai famosa corsia preferenziale della capitale, dove nel 2017 migliaia di automobilisti furono multati.

“Con rammarico abbiamo appreso della sentenza della Cassazione – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, un verdetto che riteniamo ingiusto. Ricordiamo le contestazioni per la mancanza di visibilità dei cartelli stradali, riconosciuta da una consulenza tecnica del Tribunale di Roma. Ci sono poi, a nostro avviso, alcune anomalie, a partire dalla posizione che ha assunto la Corte, entrata nel merito della valutazione delle singole questioni e dei fatti proposti nonostante la procedura limiti il pronunciamento alle sole valutazioni di legittimità, ossia se siano stata rispettate le norme processuali ovvero di diritto sostanziale. Certamente Roma Capitale avrà tirato un bel sospiro di sollievo, perché una vittoria dei cittadini avrebbe comportato un maxi risarcimento difficile da sostenere per le casse del Campidoglio, a nostro avviso doveroso visto quanto accaduto”.

La sentenza della Corte di Cassazione non può e non deve ridimensionare l’azione portata avanti in questi anni. “Prima di tutto – afferma Carmine Laurenzano, avvocato di Codici – ci preme fare chiarezza su un aspetto pratico della vicenda, ovvero cosa comporta l’ordinanza della Cassazione. Con questa sentenza le sanzioni impugnate dovranno essere pagate ed è possibile ottenere informazioni sul sito di Roma Capitale. Le sanzioni annullate con altri ricorsi, accolti con sentenza definitiva, rimangono invece tali e quindi non devono essere pagate. E su quest’ultimo aspetto ci permettiamo una riflessione. La vicenda Portonaccio ha coinvolto più di 30mila utenti, a cui sono state comminate quasi 400mila sanzioni tra maggio e ottobre 2017. Nella stragrande maggioranza dei casi, parliamo dell’80%, abbiamo ottenuto l’accoglimento dei ricorsi con sentenza definitiva. Il pronunciamento della Corte ci amareggia, ma non può oscurare quanto fatto in questi anni per tutelare i cittadini. Stiamo valutando la possibilità di un ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, ma su questo ci sarà modo e tempo per tornarci, perché stiamo verificando la fattibilità di questa iniziativa che vorremmo attuare per difendere migliaia di romani che si sentono danneggiati e chiedono giustizia”.