Codici: diversificare e risparmiare è la risposta al caro energia

Si è svolta questa mattina la riunione presso Arera sulle nuove modalità di calcolo della tariffa gas per i clienti finali del mercato tutelato.

Presente anche l’associazione Codici, che ha sottolineato la gravità della situazione generale ed il pericolo di ricaduta sui clienti finali degli aumenti del prezzo del gas. La nuova metodologia di calcolo della tariffa, che comunque rimarrà in vigore solo fino al 1° gennaio 2023, dovrebbe mitigare l’impatto del prezzo del gas e consentire comunque la sostenibilità del mercato.

“Abbiamo espresso preoccupazione – afferma Carmine Laurenzano, presente per Codici alla riunione – per ciò che accadrà dal 1° gennaio 2023 con la cessazione del mercato tutelato. I sistemi di adeguamento del prezzo del mercato libero, infatti, prevedono oscillazioni del prezzo a carico del consumatore finale. Il prezzo allo stato attuale è insostenibile ed anche misure di ammortizzazione o rateizzazioni delle bollette potrebbero non essere sufficienti. Abbiamo chiesto ad Arera di prendere in seria considerazione, anche in relazione alla sua funzione propositiva nei confronti del Governo, la problematica del sovraindebitamento che sta colpendo famiglie, piccole imprese e artigiani. Abbiamo chiesto anche di estendere la platea dei consumatori vulnerabili e prevedere la fornitura minima garantita, compensando i costi con la tassazione degli extraprofitti che negli ultimi due anni hanno accumulato gli operatori del mercato, approfittando dell’incontrollato aumento del prezzo. Infine, abbiamo espresso preoccupazione per gli attacchi hacker subiti dal sito del Gse, considerando che bisogna ancora accertare la possibilità che vi sia stata la sottrazione di dati”.

La riunione odierna inevitabilmente è stata anche l’occasione per parlare della drammatica situazione dovuta al caro energia. “La crisi energetica che l’Italia e le nazioni europee si trovano ad affrontare è straordinaria – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e richiede interventi straordinari oltre ad una rivoluzione economica, sociale e culturale. Questo, però, non significa dover sacrificare le politiche ambientali, anzi bisogna puntare su di esse. L’Italia ha le caratteristiche geomorfologiche e le risorse per diventare protagonista delle politiche energetiche europee. Bisogna, però, intervenire al più presto, con provvedimenti sul breve e sul lungo termine, per evitare che la situazione precipiti”.

Diversificare e risparmio. Si muove su questo binario la proposta elaborata da Codici, illustrata da Carmine Laurenzano, Antonella Votta e Massimiliano Scalisi, esperti del settore Energia. “La nostra richiesta – afferma Carmine Laurenzano – è di vagliare la possibilità di creare un fondo comune europeo antispeculativo, finanziato dalla Banca Centrale Europa, che sia in grado di intervenire sul modello del Recovery Found, per contrastare i fenomeni di speculazione e riportare il prezzo del gas a livelli di sostenibilità per il sistema economico. Questa misura dovrebbe essere accompagnata dal disaccoppiamento del costo dell’energia elettrica dal costo del gas, soprattutto laddove l’energia elettrica è prodotta da fonti rinnovabili. Per quanto riguarda il Price Cap energetico, di cui tanto si sta dibattendo, crediamo che debba essere adottato con molte cautele, soprattutto per i possibili effetti. Altra questione molto discussa è quella delle rinnovabili. A nostro avviso è importante promuovere politiche di incentivazione, sburocratizzando e snellendo le procedure per il rilascio dei provvedimenti”.

“In merito alle bollette – aggiunge Antonella Votta – servono maggiori tutele per le fasce più deboli e le aziende che più utilizzano l’energia per l’esercizio dell’attività di impresa. Si potrebbe, ad esempio, pensare all’applicazione di una tariffa agevolata per i clienti domestici che non raggiungano determinate soglie reddituali e che abbiano consumi contenuti. Visto che Arera considera come consumo annuo di una famiglia di 4 persone 2.900 kwh, si potrebbe applicare un costo dell’energia contingentato fino a tale soglia di consumi per nuclei con redditi medio bassi. Questa soluzione avrebbe il doppio vantaggio di sostenere i consumatori che più soffriranno degli aumenti e di spingerli verso comportamenti ecosostenibili. Soluzioni simili si potrebbero applicare alle aziende energivore, da individuarsi secondo codici Ateco, per i consumi medi annui o per fascia minima di consumo, essenziale alle loro attività. Tali misure si potrebbero finanziare anche e in prima istanza con gli extraprofitti delle imprese energetiche, oltre che in via residuale con la fiscalità generale”.

“Il primo intervento concreto per un vero risparmio energetico – conclude Massimiliano Scalisi – è l’efficentazione degli uffici pubblici ed il controllo di questi sull’uso dell’energia. Per ragioni economiche e di tutela ambientale, è necessaria l’introduzione sistemica di sussidi per le aziende, da implementare attraverso meccanismi di incentivi comunitari e statali, quali ad esempio sgravi fiscali o programmi di intervento, dedicati all’efficientamento energetico degli strumenti elettronici necessari per la produzione e l’attività. Non appare oltre modo rinviabile, poi, la sterilizzazione degli oneri di sistema, quale grave locupletazione a danno dei consumatori e imprese, che comunque possono essere ricondotti a costi fissi. Un altro punto da tenere in considerazione è quello delle modalità di produzione ed acquisto dell’energia. È importante incentivare, anche a livello normativo, amministrativo e contrattuale, i gruppi di acquisto solidale e le comunità di autoproduzione energetica. Per quest’ultime, c’è un grosso limite normativo e codicistico allo sviluppo del contratto minimo di riferimento”.