Codici: prevediamo un’economia di guerra per l’Italia, una guerra non voluta

È un futuro a tinte fosche quello che l’associazione Codici prevede per l’Italia. A preoccupare, in particolare, sono le conseguenze legate alla decisione della Bce di innalzare i tassi.

“La decisione della Banca centrale europea di chiudere il Qe e di alzare i tassi di interesse a partire da luglio – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – sarà anche dettata dall’intenzione di contrastare il livello di inflazione, che ha toccato quota 8% a maggio nell’Eurozona, ma non possiamo e non dobbiamo ignorare le conseguenze che avrà questa scelta. Per i consumatori significa un incremento del costo di mutui e prestiti. Non solo. Con l’accantonamento, di fatto, della famosa Europa a due velocità, si profila una situazione in cui gli Stati più indebitati si avvicineranno al default a meno che non riescano ad attuare un’inversione di marcia a livello di crescita e di occupazione. Nonostante i proclami e gli slanci di ottimismo, l’Italia non si trova in una condizione che permette voli pindarici. Mentre si riapre il dibattito sul salario minimo e su come difendere i lavoratori dall’aumento dei prezzi, i consumatori fanno i conti con i continui rincari, dalle bollette ai carburanti. L’impatto della guerra in Ucraina è devastante, basti pensare alla spesa alimentare. L’analisi di Coldiretti parla di una stangata da 8,1 miliardi per le famiglie italiane. Ad avere la peggio le categorie più deboli, quindi si tratta di un aggravamento di una situazione già critica. Del resto, ci sono 5,5 milioni persone che vivono in una condizione di povertà assoluta. Negli ultimi mesi, con i nostri Sportelli, abbiamo registrato un aumento esponenziale delle richieste di aiuto per casi di sovraindebitamento. Gli ultimi dati Istat sulla produzione industriale che hanno fatto esultare qualcuno andrebbero letti in modo obiettivo. È evidente che l’aumento dei costi energetici è stato scaricato sui consumatori, attraverso l’aumento dei prezzi. Non a caso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si è attivata, e noi con essa, per monitorare la shrinkflation, ovvero l’inflazione nascosta, il fenomeno del momento. Sono tutti segnali gravi e preoccupanti, che ci portano a prevedere un’economia di guerra per l’Italia, una guerra non voluta. Ed è per questo che riteniamo fondamentale un cambio di rotta, l’avvio di politiche che puntino a tutelare gli italiani in questo momento così drammatico”.