Dal causale al casuale e ritorno

Acquisteresti cibo se non avessi fame? Produrresti cibo per dar da mangiare a chi fame non ha?

Beh, nel tempo dell’Economia della Produzione no; in questo dell’Economia dei Consumi si!

Quando, insomma, una relazione di necessità mette in successione il bisogno con la sua soddisfazione, siamo al tempo di prima.

In quello di oggi, invece, vedi in giro gente vestita con jeans laceri che non vanno a comprarne di nuovi; quelli che indossano li hanno acquistati.

Così, quando non ti raccapezzi sulla causa-effetto provi a scrutare i fatti; ti fai maligno poi ti interroghi: quanto incidono i costi di marketing e pubblicità sul prezzo che pago per un prodotto di cui non ho bisogno? D’accordo, troppe variabili, difficile da stimare ma… indubitabilmente il costo ci sta quando si viene prima con-vinti, poi in-formati. Da qui, alla resa del “senso comune”, detto/ fatto.

Sia come sia, nel passaggio dallo ieri all’oggi, sembrerebbe andare in fumo il nesso di causalità che governa il rapporto con le cose; un nuovo senso, non comune, viene alla ribalta a meno che…. Si, a meno che nel mondo ricco, che non vuol perdere l’abbrivio, il non più utile nesso bisogno/soddisfazione sia stato sostituito da una nuova relazione di necessità ricchezza/spesa.

Toh, vuoi vedere che sta qui la “nuova causalità” del mangiare fino ad ingrassare, dell’acquistare la moda che passa di moda e con l’andare in giro in un’auto presa al “nolo che fidelizza”, passando la vita ad acquistarla?

Essì, per non far che “noi” ricchi si debba piangere, di questo paradosso non paradossale toccherà far virtù.

Dunque, mi viene in mente… ma questi virtuosi che, fuori dalla ragione, fanno con la spesa la ricchezza daranno la stura ai “soliti noti” per parlarne male, esecrando la logica che sovrintende a quelle spese?

Cosa dire di tal stanco ridetto che si appresteranno a dire? Dunque di non farne vanto; fare invece il conto di quanto valore sta in questo vizio e presentarlo ad un mercato che dovrà pur rifarli i conti e pagarlo. Approposito, cortesi Detrattori, conoscete altri che, con il loro fare sbilenco, siano pure in grado di generare lavoro e di remunerarlo?

 

Mauro Artibani, l'economaio