Covid sotto inchiesta

L’orientamento è stato chiaro fin dall’inizio: un colpo di spugna generale.

Ora che l’emergenza è finalmente alle spalle e si potrebbe, e dovrebbe, affrontare in maniera obiettiva quanto accaduto, arrivano altre decisioni da parte della giustizia che lasciano senza parole. Il riferimento è all’archiviazione disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cremona per alcuni focolai che dalla primavera del 2020 hanno interessato diverse Rsa della provincia lombarda, causando anche la morte di alcuni pazienti. Un epilogo analogo potrebbe avvenire per la Rsa Le Fontanelle di Soleto, in provincia di Lecce, un’altra struttura travolta dal virus con infezioni e decessi, su cui il Pubblico Ministero ha chiesto l’archiviazione. Situazioni che rendono ancora più importante il lavoro che attende la Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid che dovrebbe muovere i primi passi tra poche settimane.

“Le ordinanze di archiviazione disposte recentemente – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – seguono un filone costante. Di fronte alla pandemia la legge non sembra uguale per tutti. La giustizia non protegge le vittime della malagestione nella sanità. È bene precisare un aspetto. Nessuno nega l’eccezionalità dell’emergenza Covid, che ha fatto irruzione nelle nostre vite, stravolgendole. Lo riconosciamo, così come fanno i PM, che al tempo stesso riconoscono anche che la gestione iniziale ha mostrato delle gravi lacune, delle carenze importanti. Lo dicono anche i Giudici nelle loro ordinanze di archiviazione. Alla sorpresa iniziale non ha fatto seguito una gestione diversa della situazione per fronteggiare e contrastare il virus, a livello di contagi, di assistenza dei pazienti, di gestione del personale sanitario. Ma se all’epoca l’attenzione era tutta rivolta alla battaglia durissima contro il Covid, segnata da una corsa contro il tempo difficilissima, oggi quello che emerge è la preoccupazione di proteggere i medici, assolvendoli da ogni responsabilità. Le mascherine non venivano indossate? I pazienti positivi non venivano separati da quelli negativi? L’accesso alla Rsa era libero, senza alcun controllo? Colpa dell’emergenza. A nostro avviso non è così. Ci sono delle responsabilità evidenti nella malagestione del Covid in alcune Rsa, nel mancato rispetto di direttive e protocolli, e se la situazione non è precipitata è stato solo grazie al sacrificio di operatori sanitari che hanno messo a rischio la loro vita per proteggere i pazienti, lavorando senza strumenti adeguati e sottoponendosi a turni massacranti. Ciò non è bastato ad evitare le morti, innumerevoli. A distanza di quasi tre anni da quei focolai devastanti, pensavamo di essere finalmente arrivati al momento della verità. Dobbiamo constatare, con grande amarezza, che ingiustizia è fatta. Il sistema si è auto assolto, i cittadini sono stati abbandonati ai loro dolori, allo strazio per la perdita dei propri cari. Tutto questo per proteggere la lobby dei medici. Alla luce di questa situazione, appare ancora più importante il lavoro che attende la Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid, che dovrebbe iniziare i lavori in primavera. Ci aspettiamo delle risposte, chiare e nette. È doveroso fare un esame critico di quanto avvenuto negli ultimi tre anni, sulla gestione della pandemia, sulla carenza dei dispositivi di protezione, sulle cure domiciliari, solo per fare tre esempi di questioni da analizzare. Da tanto si parla di questa Commissione, ci auguriamo che lavori in maniera efficace e concreta, perché i cittadini meritano di sapere cosa è stato fatto, come si è operato in quel terribile periodo”.