Cosa rischia il padrone che lascia il cane chiuso in macchina?

Lasciare il cane chiuso in macchina, soprattutto durante l’estate, è reato. Ma cosa rischia il padrone? Vediamolo insieme.

Cane chiuso in macchina: quante volte ci è capitato di passare vicino ad una macchina in sosta e vedere che, all’interno, c’è un cane? Spesso viene lasciato aperto un po’ il finestrino, altre volte neanche quello. Lasciare il cane chiuso in macchina viene considerato reato, ma cosa rischia il padrone?

Cane chiuso in macchina: il padrone rischia il reato di maltrattamento di animali

Lasciare appositamente un cane chiuso nell’abitacolo della macchina viene considerato reato. Non importa se la sosta il padrone gli abbia lasciato un finestrino semi-aperto: si tratta comunque di reato. Secondo la Suprema Corte, un comportamento del genere viene integrato nel reato di maltrattamento di animali, che può portare anche ad un anno e mezzo di reclusione e il pagamento di una multa fino a 30mila euro. Il reato di maltrattamento di animali implica che un individuo provochi una sofferenza inutile ad un animale, per crudeltà o senza necessità. Il reato è punito dal Codice penale e prevede:

  • Un periodo di reclusione che va dai 3 ai 18 mesi;
  • Una multa che va dai 5000 euro ai 30'000 euro.

La pena aumenta della metà se l’animale muore, a causa delle sevizie e delle pene che gli sono state inflitte. Il reato scatta se il comportamento viene messo in atto per futili ragioni.

Cane chiuso in macchina: quando sussiste il reato?

Lasciare il cane in auto non è sempre reato, però. Se viene lasciato nell’abitacolo per poco tempo, giusto il tempo necessario per una piccola sosta, come prendere il caffè e tornare subito, il reato non sussiste. Questo perché il cane non ha subito una situazione di ansia o di sofferenza, che può essere ricollegata al maltrattamento dell’animale. Nel caso, invece, la sosta si faccia più lunga, come nel caso che lasciassimo il nostro cane in auto per andare a cena, senza acqua e cibo e con poca aria, l’animale potrebbe risentirne e quindi sussisterebbe il reato. Se facciamo riferimento alla sentenza n.36713/2021 dell’08/10/2021, sulla quale si è pronunciata la Cassazione:

“l’abitacolo di un’autovettura non è di per sé un ambiente insalubre e, come tale, incompatibile con la natura degli animali domestici, ma non si può però ignorare che si tratti pur sempre di un ambiente diverso dal loro habitat naturale e, comunque, di dimensioni anguste». Un ambiente nel quale un animale è costretto a restare per ore, il ché incide sulla sensibilità del cane a causa dell’incuria e della negligenza dei padroni”.

In particolare, la Cassazione ha esaminato il caso di una coppia che ha lasciato due cani chiusi nell’auto. I cani sono rimasti in auto per tre ore, durante una notte d’inverno, senza acqua e senza una protezione al freddo. Gli animali sono stati, quindi, vittime di una “forma di detenzione incompatibile con la natura degli animale e tale da arrecare loro gravi sofferenze”. Proprio per questo, si tratta di un caso di maltrattamento di animali. La coppia è stata condannata dal Tribunale di Trapani a pagare una multa di 4000 euro. Il giudice ha ritenuto che la permanenza dei due cani nell’auto, protrattasi per tre ore, fosse paragonabile ad una forma di detenzione, incompatibile con la natura degli animali.

Si può rompere il finestrino di un’auto per salvare il cane?

Se troviamo un cane in una macchina e ci accorgiamo che è lì dentro da ore, possiamo rompere il finestrino per liberarlo? In queste situazioni è sempre bene agire con cautela, poiché certi gesti vengono considerati illegali dalla legge e sanzionati come violazione di proprietà privata e reato di danneggiamento. Oltretutto, il gesto potrebbe spaventare o ferire il cane. Si può rompere il finestrino di un’auto solamente in casi di estrema necessità, in cui venga accertato l’imminente pericolo di vita per il cane. Facciamo riferimento, quindi, all’art.54 del Codice Penale, che prevede lo “stato di necessità” per aver agito in caso di situazione estrema, senza incorrere nella punibilità per il reato di danneggiamento.