Codici: bisogna lavorare per la pace, non per alimentare la guerra

Distruzione e morte.

È quello che lascia la guerra e l’ennesima dimostrazione, come se ce ne fosse ancora bisogno, arriva dal conflitto in Ucraina. Oltre 50 giorni di bombe e sangue, quasi due mesi di un conflitto di cui non si riesce a vedere la fine. In questi giorni particolarmente sentiti per la ricorrenza della Pasqua, l’associazione Codici richiama l’attenzione sulle parole pronunciate dal Santo Padre.

“Papa Francesco ci ha abituato a interventi mai banali – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed anche questa volta, parlando del conflitto in Ucraina, si è distinto per una posizione che ci sentiamo di condividere totalmente. Bisogna fermare la guerra. Di fronte alle immagini strazianti che vediamo ogni giorno, alla morte e alla distruzione, al pianto disperato di donne e bambini, di anziani che hanno perso tutto, è doveroso dire basta. Spesso citato e celebrato, questa volta in pochi sembrano essersi accorti delle parole del Santo Padre, sono passate in sordina, complice anche una parte di informazione interessata solo ad alimentare polemiche e contrapposizioni faziose. Si parla soltanto di armi, sanzioni e strategie militari. Tutto questo è sconfortante oltre che preoccupante. Dai Governi e dai politici abbiamo atteso in queste settimane parole che, purtroppo, non sono arrivate, sostituite da dichiarazioni belligeranti dalle conseguenze catastrofiche, basti pensare al rischio atomico. Riteniamo che ci sia ancora tempo per tornare sulla strada giusta, che è quella della diplomazia. Tacciano le armi, si apra il dialogo. Vogliamo la pace, non alimentare la guerra e speriamo che la Pasqua contribuisca a riportare un po’ di saggezza ed anche di umanità in chi ha in mano il destino non solo dell’Europa, ma del mondo intero, perché quello in corso è un conflitto mondiale dalle conseguenze tragiche”.