Lavori di pubblica utilità, convenzione tra Ministero Giustizia e Cultura

La bellezza che salva l’uomo e la città. Ha un valore anche fortemente simbolico l’accordo sottoscritto tra i dicasteri Giustizia e Cultura, per far svolgere lavori di pubblica utilità a imputati maggiorenni ammessi a beneficiare dell’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova, presso musei, parchi archeologici, biblioteche.

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e il ministro della Cultura, Dario Franceschini, hanno sottoscritto martedì 2 novembre una convenzione nazionale che consente a 102 persone di prestare un servizio in 52 sedi in tutta Italia: dal Parco archeologico dei Campi Flegrei alla Reggia di Caserta; dalla Pinacoteca di Bologna al Palazzo ducale di Mantova; dai musei di Torino alla biblioteca nazionale di Roma e di Padova, agli archivi di Stato. Si tratta del primo protocollo sottoscritto per la messa alla prova con un altro Ministero, dopo varie convenzioni già siglate con enti pubblici e privati con finalità sociali, come la Croce Rossa, Legambiente, il Fai, l’Ente Protezione Animali, la Caritas, Federparchi, l’associazione “Basta sangue sulle Strade”. La convenzione si inserisce in un percorso già avviato in passato nel quale erano stati stipulati accordi a livello locale tra alcune realtà come Ercolano e Pompei ma che ora si estende a livello nazionale.

“Con questa convenzione, 52 siti di interesse culturale aprono le porte in tutta Italia a 102 persone” – ha commentato la ministra Cartabia – “E’ particolarmente simbolico che si firmi con il Ministero della Cultura il primo accordo che coinvolge un altro dicastero per la messa alla prova. Una forma di visione della giustizia come riparazione del danno inflitto alla collettività che trovo feconda e significativa”.

La Guardasigilli ha specificato come dal 2014 l’istituto sia già stato sperimentato con successo, e i numeri sono in aumento: al 15 ottobre sono 23.705 le persone messe alla prova, mentre 24.642 le pratiche attualmente in lavorazione per far accedere altri soggetti alla misura. Numeri di successo che con la riforma del processo penale, recentemente approvata (l. 27 settembre 2021 n.134), dovrebbero crescere ancora poiché, come sottolineato dalla Ministra: “Si intende potenziare questo strumento poiché porta una serie di vantaggi: alleggerisce il carico dei tribunali, dà sollievo alle strutture detentive ed evita passaggio negli istituti detentivi stimolando la cultura della pena come riparazione nei confronti della persona offesa e della collettività”.

“La Costituzione non parla di carcere, ma di valenza rieducativa della pena”- ha aggiunto ancora la Ministra Cartabia.

“Ringrazio la ministra Cartabia da cui è partita l’idea della sottoscrizione di questo Protocollo e che abbiamo accolto con molta soddisfazione” – ha specificato il ministro Franceschini – “Il primo tra questi due Ministeri. E’ davvero importante come lo strumento della “messa alla prova” trovi applicazione nei luoghi della bellezza come archivi, biblioteche, musei: sono luoghi della memoria e della bellezza: è un modo efficace, nuovo e intelligente che credo farà del bene  alle persone e troverà una strada, sono convinto che darà risultati positivi”.