Codici: la violazione in Polonia è un segnale. Serve diplomazia, non escalation
Ci sono eventi che, pur senza causare vittime, pesano come un macigno. Secondo l’associazione Codici, quanto accaduto nei cieli della Polonia, con l’abbattimento di oltre venti droni russi da parte di velivoli NATO, è uno di questi.
“Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, il conflitto ha varcato fisicamente e simbolicamente i confini dell’Alleanza Atlantica. Non è più solo un teatro lontano: è realtà, anche in Europa. Le parole dei leader europei sono state immediate e dure. C’è chi parla di provocazione deliberata, chi invoca nuove sanzioni, chi rilancia la necessità di rafforzare il sostegno militare a Kiev. Ma in questo crescendo di dichiarazioni e posture sempre più muscolari, una domanda s’impone con urgenza: dove ci sta portando questa spirale? La preoccupazione per quanto accaduto non deve trasformarsi in cieca reazione. Al contrario, dovrebbe costituire un monito per l’Europa tutta: siamo su un crinale pericoloso. Continuare a leggere gli eventi solo in chiave di contrapposizione strategica rischia di esporci a un’escalation fuori controllo, che nessuno, né a Est né a Ovest, ha davvero interesse ad affrontare. Mosca ha inviato un segnale forte e chiaro: è stata oltrepassata la linea rossa e intende reagire. Ora più che mai serve uno sforzo reale per riaprire il tavolo della diplomazia. L’Europa ha il dovere di difendere la propria sicurezza, ma anche la responsabilità storica di cercare soluzioni politiche. Ed è proprio nei momenti di maggiore tensione che la via diplomatica diventa non un segno di debolezza, ma di forza e visione. L’Europa deve ritrovare il suo spirito di potenza diplomatica. Non più spettatrice degli eventi, ma protagonista nel disinnescare conflitti, nel costruire ponti, nel mediare anche tra i fronti più opposti. Questo è il ruolo che le compete e che oggi deve rivendicare. Le esercitazioni militari Zapad, l’instabilità politica interna in diversi Paesi UE e l’imprevedibilità del quadro internazionale impongono cautela. È il momento di abbassare i toni, ripensare le priorità e costruire, con coraggio, una nuova iniziativa europea per il dialogo e la de-escalation”.




