Come il clima condiziona la nostra vita

Il Clima ha condizionato sempre la vita su questo pianeta incidendo profondamente sulla stessa  evoluzione del mondo animale, dalle forme più elementari a quelle più complesse, compresi gli uomini.

Gli uomini, come abbiamo già visto, da ominidi ad homo sapiens, con il tempo da semplici aggregazioni di  poche persone (tribù) si sono evoluti in comunità organizzate più vaste e, dopo la scoperta  dell’agricoltura, hanno cominciato a costruire i primi insediamenti urbani, scegliendo luoghi dove  esistessero condizioni di vita ottimale. Tutte le grandi civiltà dell’Uomo infatti sono nate e si sono  sviluppate lungo i corsi d’acqua: le famose civiltà dei fiumi. Ricordiamo: La valle dell’Indo, Il fiume Giallo,  il Tigri e l’Eufrate, il Nilo e il Tevere da cui sono sorte le più grandi civiltà oggi conosciute. 

Il clima e le avversità atmosferiche hanno avuto sempre un importante ruolo anche nella storia dei  popoli più vicini a noi nel tempo e lo conservano tutt’ora. 

Anche ai nostri tempi, infatti, i fenomeni climatici estremi possono ancora seriamente danneggiare le  coltivazioni ma oggi le loro conseguenze possono essere fronteggiate perché esistono, almeno per buona  parte dei Paesi dell’emisfero Nord, meccanismi di controllo e di distribuzione delle derrate alimentari che  possono evitare, situazioni estreme di carestia. L’aumento della popolazione del pianeta però gioca un  ruolo destabilizzante in questo meccanismo, soprattutto se si somma con il fenomeno del Global Change  e del Global Warming. Infatti la dove la popolazione del Sud del Mondo tende ad aumentare in maniera  esponenziale anche siccità e carestie aumentano inesorabilmente. Può accadere pertanto quello che è  avvenuto migliaia di anni fa: esodi di gente disperata verso i Paesi più ricchi della Terra. Una situazione  che oggi ancora non è esplosa del tutto, ma se le condizioni di sopravvivenza nei PVS dovesse ancora  peggiorare, allora avverrà con una dirompenza epocale che travolgerà soprattutto paesi di frontiera  come l’Italia. In tutto questo oltre a far saltare le economie occidentali già in crisi, inevitabile sarà il  dilagare del fondamentalismo religioso islamico, con tutti i problemi che già conosciamo. Ma l’aspetto  che più preoccupa l’OMS è il ritorno di malattie dimenticate come la malaria, il vaiolo, la peste ed altre  pandemie che le cronache del passato ci hanno sempre fornito con dovizie di particolari. 

Questi sono i rischi alla salute per un mescolamento di popoli e di comportamenti che prevediamo per il  futuro, ma già adesso dobbiamo segnalare che per il fenomeno della tropicalizzazione del Mediterraneo,  molte malattie sconosciute e dimenticate sono già giunte da noi. Le prime vittime sono gli animali, tutti  ricorderanno la strage di ovini sardi colpiti circa dal morbo della lingua blu, una malattia endemica  africana che noi abbiamo conosciuto da poco e che i nostri animali, non avendo le difese immunitarie dei  cugini africani, ne sono diventati facile vittime. La lingua Blu, Blu Tongue per i tecnici, è una malattia  virale veicolata da ditteri come zanzare e flebotomi(pappataci)che in passato per motivi di clima non si  spingevano oltre la Tunisia. Sono poi i flebotomi che dal sud dell’Italia, grazie al riscaldamento dell’aria,  sono giunti fin sotto le Alpi trasmettendo soprattutto ai cani malattie letali come la Lesmaniosi.  

Un fastidio, legato al riscaldamento globale che tutti noi stiamo subendo da qualche anno è la zanzara  tigre. Questo è un insetto di origine asiatico giunto da noi sulle navi che trasportavano pneumatici dalla  Corea e dal Vietnam. Più piccola delle zanzare nostrane, ma molto più aggressiva punge anche di giorno.  E’ nera con striature bianche su zampe e addome. Si riproduce nell’acqua stagnante che si forma nei  sottovasi, in piccoli invasi e nei chiusini. Rispetto alle punture delle nostre zanzare, quelle di questo  dittero infernale danno bruciore e prurito fino a quattro o cinque giorni. Ogni estate e inizio autunno  sono migliaia in Italia le persone che richiedono cure mediche presso le strutture sanitarie a causa di  complicazioni dovute alle punture di questi insetti. L’OMS a tal proposito teme la trasmissione di  malattie caratteristiche asiatiche.  

Questi sono i rischi sanitari dovuti ai cambiamenti climatici, ma anche alla globalizzazione. Malattie  dovute all’inquinamento dell’aria già esistono da tempo nei Paesi occidentali, Italia compresa, quasi tutte sono patologie del progresso tecnologico, tra queste: le allergie, le affezioni broncopolmonari, i tumori in  particolare quelli dei polmoni, senza parlare poi delle malattie della psiche, tra le quali primeggia ed è in  forte ascesa la depressione. 

Dermatiti e patologie più gravi della pelle, come i melanomi, sono invece dovuti in gran parte alla  diminuzione dello strato di ozono nell’atmosfera che non ci protegge più come una volta dai raggi  ultravioletti, in particolare quelli UVB, provenienti dal Sole. 

Questo è il quadro attuale, ma per il futuro come andrà? Certamente la situazione si evolverà in peggio.  Stando alle ultime proiezioni presentate dagli scienziati prevediamo una esasperazione dei fenomeni  meteorologici, con conseguente degrado dell’ambiente e quindi: lunghe siccità, incendi di foreste sempre  più estesi, alluvioni catastrofiche, frane e smottamenti, il tutto a danno dell’incolumità delle persone e  poi a danno dell’economia nazionale e mondiale. Gli interventi urgenti contro i danni dovuti alle  tempeste e alluvioni in questi ultimi anni sono aumentati quasi in proporzione geometrica. Si è passati da  un evento catastrofico ogni due o tre anni causato da fenomeni meteorologici, vedi l’alluvione di Firenze,  a quattro o cinque eventi ogni anno. Tutto questo ha dei costi, non solo in vite umane, ma in soldi. Buona  parte delle risorse di un Paese come l’Italia, dall’economia già fragile, finiscono per pagare i danni a cose,  animali e persone causati da questi eventi calamitosi. Vengono così sottratte ogni anno risorse destinate  al sociale e alla qualità della vita. E' questa ormai una situazione concretizzatasi sul nostro pianeta e i  grandi economisti e politici che ci gestiscono dovrebbero valutarla attentamente….....altrimenti saranno  guai seri nel prossimo futuro.