La mucca di mare

Il dugongo (Dugong Dugon) è uno dei pochi mammiferi marini erbivori oggi esistenti, appartiene all’ordine dei sirenii (Sirenia) ed è l’unica specie del genere Dugong.

La “dieta vegetariana” e la struttura tozza gli hanno giovato il nome comune di “mucca di mare”.

Il dugongo è prevalentemente diffuso lungo le coste settentrionali dell’Australia e a seguire nelle sponde egiziane del Mar Rosso. Piccole popolazioni possono essere rinvenute anche in corrispondenza dei bassi fondali adiacenti le coste delle isole e delle penisole dell’Oceano Indiano.

Con una lunghezza compresa tra i 2,5 e i 3 metri e un peso che varia da 250 a 500 kg, questo mammifero marino è un animale acquatico di grossa mole. Le femmine sono leggermente più grandi dei maschi, tuttavia non si può parlare di un vero e proprio dimorfismo sessuale.
Caratteristiche sono le spesse e ruvide “labbra”, che gli conferiscono il peculiare aspetto, e le due grosse pinne anteriori a forma di spatole, usate per la locomozione e, all’occorrenza, per trattenere oggetti (ad esempio il cibo durante il pasto). La pinna caudale è orizzontale e bilobata, come quella dei cetacei.

La sua pelle, a livello sottocutaneo, può accumulatore una buona quantità di grasso, finalizzata a fornire una protezione termica alle basse temperature invernali. Oltre a ciò, l’epidermide è molto resistente e dotata di efficienti capacità rigenerative (ferite, anche profonde, possono guarire in solo uno o due giorni).

Nutrendosi esclusivamente di piante marine (in prevalenza quelle della famiglia Potamogetonaceae) ed avendo queste un basso apporto nutritivo/calorico specifico, non stupisce di come il dugongo debba passare gran parte della giornata ad alimentarsi, brucando nella acque basse vicino alle coste.

Le femmine partoriscono un solo cucciolo, dopo una gestazione di circa 12 mesi, e lo allattano grazie al paio di ghiandole mammarie pettorali. Il piccolo resta con la madre per circa 18 mesi, facendosi trasportare spesso adagiato sul dorso del genitore.

Il dugongo, come tutti i mammiferi acquatici, respira aria attraverso i polmoni, quindi deve risalire periodicamente in superfice per “rifornirsi”. Analogamente ai cetacei la concentrazione di mioglobina nei muscoli è molto alta (proteina globulare in grado di legare reversibilmente l'ossigeno), questo gli consente di avere una buona riserva di ossigeno a livello di tessuti/muscoli. L’autonomia durante le immersioni, ossia il tempo di apnea, è in media di 6 minuti (per avere un metro di paragone si pensi che nei delfinidi si va dai 3 minuti del delfino comune ai 15 minuti del tursiope).

Questo animale e più in generale tutti i sirenii sono imparentati con i proboscidati (ordine che comprende le varie specie di elefanti). Punto di partenza della diversificazione evolutiva, quindi del probabile antenato in comune, si stima risalga a circa 50-55 milioni di anni fa.

 

di Gabriele La Malfa